Impianto dentale con poco osso

impianto dentale con poco osso

L’impianto dentale con poco osso è possibile grazie all’utilizzo di tecniche specifiche. In questo articolo vedremo come realizzare un impianto dentale anche in presenza di poco osso.

Hai perso uno o più denti, e ti è stato riferito che non è possibile realizzare un impianto dentale con poco osso? Oggi esistono diverse soluzioni per ovviare a questo problema.

Grazie alle nuove tecniche e procedure potrai scegliere tra un intervento di rigenerazione ossea, l’inserimento di mini impianti o impianti a diametro ridotto.

Per la corretta installazione di un impianto dentale, preliminarmente occorre verificare la qualità dell’osso. L’impianto ha infatti quale precipuo obiettivo quello di sostituirsi alla radice naturale del dente, quindi è necessaria una solida base ossea, in difetto della quale non si avrà stabilità dell’impianto con conseguente esito infausto dell’intervento implantologico

Per evitare tutto ciò l’odontoiatra si avvale di diverse tecniche radiologiche volte a valutare spessore e densità dell’osso dentale

Le tecniche utilizzate

Una tra le più comuni, di cui avrete sicuramente sentito parlare, è la cosiddetta panoramica (ortopantomografia-OPT). L’ OPT assicura una visione sommaria della situazione generale, unico difetto è dato dalla possibile alterazione di alcune immagini che potrebbero essere artefatte dalle ombre e quindi compromettere la diagnosi clinica. 

Invece uno screening altamente preciso è offerto dalla Tomografia computerizzata (Tc Cone Beam), anch’essa si avvale dell’utilizzo di raggi X. La portata innovativa di questo strumento risiede però nella possibilità di realizzare un modello 3D delle arcate dentarie, agevolando l’operato dello stesso chirurgo in fase operatoria. 

Ultimate le valutazioni radiografiche, laddove la quantità di osso non dovesse essere sufficiente per accogliere un impianto, il dentista potrebbe proporre un intervento di rigenerazione ossea. Ma in cosa consiste? L’obiettivo è quello di aumentare il volume e la qualità dell’osso al fine di avere maggiore stabilità e quindi permettere l’installazione dell’impianto. 

Attualmente esistono due diverse tecniche di rigenerazione ossea: autologa (in cui il materiale è prelevato direttamente dal paziente) o eterologa ( il prelievo è di origine sintetica o animale). 

Non tutti i pazienti però possono sottoporsi a questa tipologia di intervento chirurgico, occorrono infatti delle ottime condizioni di salute, in assenza delle quali l’operazione non può essere eseguita. L’ intervento è molto invasivo, quindi anche dei semplici batteri (una carie per esempio) potrebbero causare un’infezione che comprometterebbe il processo di rigenerazione e quindi lo stesso intervento. 

Vi sono anche delle condizioni anatomiche che possono incidere sull’iter di rigenerazione. Alcuni pazienti, specie i più anziani, hanno serie difficoltà nell’aprire la bocca per consentire l’installazione del materiale nelle aree posteriori della cavità orale. 

È fortemente sconsigliato fumare, poiché i processi chimici e il calore ingenerato dalla combustione potrebbero danneggiare la bocca, oltre che rallentare il processo di guarigione post operazione. 

Se doveste rientrare in queste categorie o presentare un quadro clinico complesso, niente paura. Vi sono delle alternative altrettanto valide come i mini impianti dentali (impianti corti) in ragione della lunghezza inferiore e del diametro doppio rispetto agli impianti tradizionali. 


Altra possibile soluzione sono gli impianti a diametro ridotto, con un diametro più piccolo e usati soprattutto per le porzioni anteriori delle arcate dentarie.

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Chi è il dottor
Francesco Gennaro
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Francesco Gennaro nasce a Palermo l’8 agosto del 1967. Nel 1986 consegue il diploma di odontotecnico.

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